Mangiare emozioni: #indovinachivieneacena al Pastificio Dei Campi

Ho detto tante volte che per me il cibo è cultura, patrimonio immateriale dei popoli, forse per questo, più dei piatti mi appassionano i loro racconti. I dolci siciliani mi parlano di tutte le popolazioni che si sono avvicendate nella terra in cui sono nati, le insalate di alghe giapponesi la storia di un popolo povero ma testardo, e la pasta? La pasta nasconde  duemila anni di storia, mi parla delle lagane dei romani e arriva fino a un pastaio a cui brillano gli occhi quando spiega e mangia la sua passione.
Le linguine con la colatura di alici di Cetara di Peppe Guida al Pastificio dei Campi

Ho avuto la fortuna di partecipare a uno degli #indovinachivieneacena organizzati dal Pastificio dei Campi con i Jeunes Restaurateurs d’Europe. Lo scopo di questo ciclo di eventi è far conoscere il Pastificio dei Campi, ma soprattutto la pasta italiana, ai giovani chef stranieri. Agli chef viene affiancato Peppe Guida, fresco vincitore dei premio della guida del Gambero Rosso per il ristorante con la migliore proposta di primi di pasta, che mostra loro come in Italia prepariamo e amiamo la pasta.
Per me è stata una serata fantastica: al piacere della pasta e delle bollicine che accompagnano la degustazione dei piatti preparati dallo chef straniero e da Peppe Guida, si è unito quello della scoperta di un mondo.
Conoscevo già Giuseppe Di Martino, patron dei Pastificio Dei Campi, ma mi sono emozionata nel conoscere l’altro papà di questa pasta, ovvero Nicola De Vita, che cura il grano e la sua molitura. Il Pastificio dei Campi è una realtà solida, che fa business, eppure nasce da un sogno, dall’idea di una pasta tutta italiana, dal tipo di grano all’impacchettamento manuale, totalmente tracciabile. È una pasta creata con un grano molito direttamente tra i campi, con una semola ricca di proteine, trafilata al bronzo ed essiccata lentamente.
Arrivando al Pastificio dei Campi sono stata colpita dall’intenso profumo di grano, per un attimo ho pensato di essere tra i campi pugliesi in un pomeriggio di giugno e non a Gragnano in una sera di ottobre. Questa pasta ha un difetto: la cura, la selezione, il processo produttivo danno vita a un prodotto costoso, ma quante ore spendete ai fornelli per preparare un vero ragù o una buona genovese? Con quanta attenzione scegliete il pesce o le verdure per i vostri piatti migliori? Una pasta così parla, racconta di un pastaio curioso e amante delle cose buone, di un grano vero, vivo, una pasta così non stanca, a ogni morso regala piacere. Io me la regalo nelle occasioni speciali, perché non si vive di solo pane, ma masticando emozioni.
#indovinachivieneacena al Pastificio dei Campi
PS: prima di rimandarvi alla pagina facebook di AnExperimental Cook per qualche foto, voglio ringraziare Giuseppe Di Martino per l’invito, Paola per essere stata una magnifica padrona di casa e tutti i presenti per avermi regalato una cena che ricorderò a lungo.

3 commenti:

  1. Piacerebbe anche a me partecipare ad una di queste cene, deve essere un'esperienza bellissima, anche se so che le liste sono lunghissime e si capisce perché. E' un pastificio speciale :-)

    Fabio

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  2. Grazie a tutti!
    Venite a trovarci! :)

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