Muffin dal cuore fondente



"La chiamavano bocca di rosa
metteva l'amore, metteva l'amore,
la chiamavano bocca di rosa
metteva l'amore sopra ogni cosa.
C'è chi l'amore lo fa per noia
chi se lo sceglie per professione
bocca di rosa né l'uno né l'altro
lei lo faceva per passione."

I muffin sono dei dolcetti velocissimi da preparare, il trucco per ottenere dei dolci soffici e non gommosi è unire prima separatamente polveri e liquidi e poi metterli insieme senza mescolarli troppo. Questa versione è arricchita da uno streusel croccante in superficie e da un cuore fondente. Cosa chiedere di più?

Muffin col cuore fondente

Menù di Natale: ravioli al profumo di limone con gamberi



 

Per il menù di Natale che ho ideato per il Consorzio della Denominazione San Gimignano, dopo la passatina di ceci con vongole, ho pensato di preparare un primo piatto. Secondo me, non c’è nulla di più festivo della pasta fresca ripiena, così ho deciso di cimentarmi con i ravioli. Ravioli speciali, in cui la rotondità della ricotta di bufala è smorzata dalla nota fresca del limone, accompagnata dalla dolcezza dei gamberi e dall’intensità della loro bisque. 
La Vernaccia di San Gimignano Riserva 2011 delle Tenute Guicciardini Strozzi è perfetta con questo piatto perché è strutturata e riesce a pulire la bocca dal formaggio fresco, la sua nota amara fa da contrappunto alla dolcezza dei gamberi e il suo profumo si sposa divinamente con la cascata gialla e fresca di limone che ricopre i ravioli e fa subito festa. 
Dopo l'assaggio, all'unanimità abbiamo deciso che questo sarà il nostro primo piatto per la cena della Vigilia di Natale, se non vi fidate di me, credete alle mie impicciosissime sorelle e provatelo!

Ravioli al profumo di limone con gamberi

Piatti delle feste: passatina di ceci con vongole


Avete mai provato la passatina di ceci con gamberi dello chef Fulvio Pierangelini? No, beh, l’originale nemmeno io :P ma ho provato a replicare il suo piatto diverse volte e, nella sua semplicità, lo ritengo una delizia impareggiabile. Oggi ve ne propongo una variante altrettanto semplice e ancora più profumata: i ceci stavolta sposano le vongole! Lo trovo perfetto come antipasto per un pranzo di festa a base di pesce, ma con dei crostini diventa anche un godurioso piatto unico. 
Quando il Consorzio della Denominazione San Gimignano mi ha proposto di pensare un piatto da abbinare alla Vernaccia Di San Gimignano DOCG e adatto alle festività natalizie, tra gli antipasti ho subito pensato alla passatina di ceci con vongole perché nella sua semplicità accontenta tutti e, oltre che buonissima, è veloce da preparare (cosa che nei giorni di festa fa sempre comodo ;) ). Ho scelto di lasciare intatta la delicatezza dei ceci e di non usare peperoncino per le vongole, volevo che al centro del piatto ci fosse la loro salinità, il sapore del mare. Le nostre coste, però, sono piene di odori, così ho pensato al rosmarino (che con i ceci sta divinamente), ma per renderlo meno invadente ne ho usato soltanto i fiorI: tanto profumo ma un gusto delicato. Ho completato con un filo d’olio extravergine di oliva allo zafferano, una nota aromatica di chiusura piacevolissima. La Vernaccia di San Gimignano Riserva 2011 delle Tenute Guicciardini Strozzi, col suo profumo floreale e la nota finale di mandorla amara, ha accompagnato la mia vellutata di ceci arricchendola col suo gusto strutturato, la sua aromaticità e il suo elegante equilibrio tra acidità e sapidità. Per me la passatina di ceci e vongole è una vera coccola, ma con una veste gourmet, la provate anche voi? 
Passatina di ceci con vongole

Gu Shu: l'albero vecchio mette radici a Napoli



A volte un nome racconta molto della persona che lo porta, quando si parla di un associazione, il nome scelto è molto più che un dettaglio. Gu Shu, in cinese, significa "albero vecchio", l'albero vecchio è quello che regala le bevande dal sapore più lungo e complesso. È un nome che profuma di cura, attenzione e storia e non è un caso che Giustino Catalano, Giuseppe -Gix- Musella e Riccardo Abruzzese l'abbiano scelto per la loro neonata associazione.


Risolatte al forno


Oggi devo ringraziare l’Emmentaler DOP: quando mi sono iscritta al contest #noicheesiamo non credevo che mi avrebbe regalato tanto. La vita fa strani giri, stavolta la ricetta del cuore e il formaggio con i buchi si sono messi insieme e mi hanno regalato una domenica mattina speciale, ma andiamo con ordine…
A differenza del Gruyere, il formaggio svizzero senza buchi e dal sapore deciso, conoscevo bene l’Emmentaler perché, da quello che ricordo, da mia nonna non manca mai: lo svizzero più imitato del mondo, dal sapore delicato e di frutta secca, è uno dei suoi preferiti! Così, quando cercavo di immaginare una ricetta per esaltare il sapore dell’Emmentaler, non riuscivo a non pensare a una ricetta che mi legasse a lei, una ricetta in cui lei, che ora non cucina più per noi tutti, lo ha sempre usato, un piatto che né mia madre né io abbiamo mai osato rifare: il risolatte al forno. Un confort food, un piatto che dice “nonna”, dolce, ma saporito, cremoso eppure filante.
Per prepararlo ho aspettato la domenica e chiesto aiuto a mia madre, pregandola di sforzarsi di ricordare i gesti di nonna, il primo regalo è stato cucinare con lei. Il secondo è arrivato mentre facevo le foto, mamma ha continuato a farmi da assistente e, nel frattempo, è arrivata nonna. Mamma si è ricordata che quando lei era piccola l’Emmentaler era il formaggio preferito della famiglia e che appena  il nonno lo portava a casa zia Anna e zia Maria, le sorelle maggiori di mamma, facevano a gara per accaparrarsi i buchi. Rubandomi un pezzo di formaggio con un sorriso da ragazzina birbante, mamma mi ha detto “perché qui è più morbido, vedi?”. A quel punto nonna ha iniziato a raccontarci che a quei tempi c’era un solo salumiere che vendeva l’Emmentaler, ma si trovava dall’altro lato dell’isola e serviva l’auto per andarci. Quando c’era la possibilità, il nonno usciva apposta per andare a comprare il prezioso formaggio svizzero e quando tornava a casa era sempre una festa. La festa per un prodotto speciale e l’entusiasmo che solo i bambini possono avere, il sapore di cose buone e antiche (l’Emmentaler è nato nel XIV secolo, ci pensate?), il gesto speciale di un padre che gira l’isola solo per regalare un sorriso alle sue figlie, tutto questo ha reso questo piatto ancora più buono e speciale, questi tortini non potevano che avere un cuore filante :)
Risolatte al forno all'Emmentaler DOP

Crostatine di frutta salate

Il formaggio svizzero Gruyère ha un profumo e un sapore decisi, che cambiano con la stagionatura, e una nota di latte crudo è più evidente. Questo formaggio si sposa bene con i frutti autunnali più dolci e freschi appena raccolti dal mio papà e con il sapore aromatico e leggermente alcolico di una riduzione di marsala che avevo preparato proprio per accompagnare dei formaggi. 
Fare due più due tra il matrimonio Gruyère/frutta e una base croccante e friabile è stato un lampo. Così sono nate queste crostatine salate, in cui Le Gruyère DOP si è trasformato in una crema avvolgente e saporita che contrasta piacevolmente con la freschezza della frutta, il tutto mediato dal profumo del marsala e poggiato su un guscio di croccante brisèe.

PS: io ho realizzato le basi seguendo la ricetta di Christophe Felder, ma queste crostatine diventano uno sfizio velocissimo usando gusci già pronti e sostituendo la riduzione al marsala con un miele profumato (o avendo sempre pronta la riduzione in frigo, come faccio io ;) ).

Crostatine di frutta salate al Le Gruyère DOP

Guappa Tour da Muu



Avevo provato Guappa, il liquore a base di latte di bufala campana dell’Antica Distilleria Petrone, però confesso che ne sapevo poco. L’occasione per conoscere meglio questo liquore è arrivata grazie al Guappa Tour, il ciclo di eventi degustativi organizzato dalla giornalista Laura Gambacorta, che ha fatto tappa nel cuore di Napoli, a Chiaia, da Muu - Muuzzarella lounge. 


Taralli e pois




Spaccanapoli è in fermento: tante nuove aperture e tanta voglia di cose nuove. Dalla settimana scorsa l’antico decumano si è arricchito con un nuovo punto vendita della pasticceria Leopoldo. Ai non napoletani questo nome dirà poco, ma per i partenopei Leopoldo vuol dire “tarallo”. I taralli sugna e pepe, nati come modo per smaltire l’impasto del pane avanzato arricchito con sugna e mandorle, sono gli antesignani dello street food, perché da sempre accompagnano le passeggiate sul lungomare e fanno da spuntino persino in spiaggia. Oggi, però, il tarallo cambia, diventa più leggero e va incontro a vegetariani e vegani. Infatti, la festa a pois curata dalla Dipunto Studio che si è tenuta in occasione dell’apertura del punto vendita di via Benedetto Croce, è stata anche l’occasione per lanciare un  nuovo prodotto: il tarallo all’olio d'oliva! Meno friabile di quello classico, ma altrettanto saporito e sicuramente più leggero :)
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