La tradizione diventa moderna


Quando ho pensato di preparare un dolce con la semola per Mangiare Matera il mio pensiero è andato subito ai dolci della tradizione partenopea: prima mi sono venute in mente le sfogliatelle, che a loro volta mi hanno ricordato il profumo della pastiera (che però non ha la semola), che mi ha portato al migliaccio. Il migliaccio è un dolce morbido, basso e profumato di agrumi, preparato con quello che in genere chiamiamo semolino (che altro non è che semola non rimacinata) arricchito da una pioggia di canditi, che si prepara nel periodo di carnevale, ne esistono mille versioni, anche salate. Nei miei ricordi, però, è dolce dal profumo di antico e mi pareva perfettamente nello spirito genuino di Mangiare Matera
Mi sembrava che mancasse ancora qualcosa, così, visto che spesso a carnevale lo si associa al sanguinaccio (una crema al cioccolato scura e profumata), ho deciso di accompagnarlo con qualcosa al cioccolato… Volevo qualcosa di leggero che creasse un gioco con la morbida compattezza del migliaccio, una mousse? No, qualcosa di più cremoso: una namelaka dalla consistenza è leggera e vellutata, che si scioglie in bocca, e profuma di arancia, per richiamare il profumo del migliaccio. Per completare, la nota croccante di uno streusel di semola rimacinata profumato alla cannella, la spezia che caratterizza il migliaccio. E poi un gioco nel piatto, con qualche spicchio di clementina appena raccolta dall'albero, le scorze di arancia candite e la marmellata di arance amare. Mangiare Matera mi ha permesso di divertirmi, di giocare, di dare vita a un dessert ricco di colori e consistenze, in cui ogni componente è perfetta servita da sola, ma l’insieme è qualcosa in più, con gli agrumi in tutte le loro forme che rendono ogni morso diverso dal precedente.

La semola sulle sponde del Mediterraneo: i ghoriba, biscotti marocchini


 
Quello che mi affascina quando vado in giro e scopro piatti stranieri, è vedere come gli stessi ingredienti diano vita a prodotti diversi, ma a loro modo simili, ma anche come prodotti diversi diano vita a sapori che si somigliano. Mi è successo con questi biscottini di semola, assaggiati in un ristorante marocchino a Parigi. Mi hanno ricordato le paste di mandorle, così quando sono tornata a casa e mi sono trovata tra le mani la preziosa semola Senatore Cappelli, ho pensato di farle fare un giro per il Mediterraneo: è partita da Matera, ha attraversato il mare per questi biscottini marocchini ed infine è tornata indietro per profumarsi di limone e tuffarsi nella cannella e nel Marsala. Se il pane di ieri rappresentava la semplicità, oggi voglio parlare di condivisione, di prodotti che uniscono e mescolano le tradizioni, che ci portano alla scoperta delle nostre radici, ma anche delle altre culture, di storia che passa attraverso la cucina… ecco a voi i miei biscottini del Mediterraneo, proposta dolce per MangiareMatera :) 
http://mangiarematera.wordpress.com/
Ghoriba

Il colore del grano: pane di semola senza impasto



Ovvero, il pane for dummies, minimo sforzo-massimo rendimento!
Sì, lo so, questo pane non ha nulla a che vedere con quello di Matera che ci è arrivato grazie al contest di Mangiare Matera e che vi consiglio di ordinare ed assaggiare almeno una volta nella vita perché è un pane buono, che profuma di grano e di sole, morbido e che anche dopo diversi giorni scaldato restituisce il meglio di sé. 
http://mangiarematera.wordpress.com/
Il mio è un pane facilissimo: non richiede planetaria, attrezzi strani o grande manualità, servono una ciotola, una pentola col coperchio, e un canovaccio. Non ci sono ingredienti strani, non dovrete girare per la città alla ricerca del malto o di nonsochealtro, no, solo farina, acqua, una puntina di lievito di birra e un pizzico di sale, ingredienti poveri e semplici, ma che devono essere ottimi. See lo provate, usate una semola eccezionale, provate la Senatore Cappelli e vi stupirà, vi regalerà pagnotta colorata e profumata, morbida, così buona che vi stupirete di averla preparata senza il minimo impegno.
Per Mangiare Matera sono arrivate proposte di lievitati bellissimi e “seri”, perché io mi presento con questa proposta “sciocca”? Perché è la dimostrazione che anche chi non ha tempo, gira mezzo mondo e tra una tappa e l’altra non riesce a far nulla, può prepararsi il pane in casa e portare in tavola una pagnotta buonissima e soffice. È un pane che nella sua semplicità regala una soddisfazione enorme, è adatto a chi non ha tempo e attrezzi e per questo ho voluto presentarlo per il contest, perché dimostra che la panificazione non deve essere solo una scienza per pochi, ma può diventare per tutti, perché usando buone farine è impossibile non ottenere un pane che sappia di buono… insomma, sperando che i fornai di Matera, non lo prendano come un’offesa, ecco il mio supersemplice, ma buonissimo, pane di semola :)

Pane di semola senza impasto cotto in pentola

Terrina di pane e verdure di Luca Montersino

 

Ehm, ehm, latito, lo so, vorrei raccontarvi dei miei ultimi viaggi, dalle meraviglie della Basilicata a quelle di Parigi :) ma ancora non sono riuscita a riguardare le foto, così ho pensato di lasciarvi almeno una ricetta da tenere a portata di mano per buffet e aperitivi! Ormai le feste incombono ed è comodo avere ricette che possono essere preparate in anticipo e servite fredde o solo scaldate prima di portarle in tavola. La terrina che vi presento oggi è opera di Luca Montersino, dal suo libro Piccola Pasticceria Salata, e già questa è una garanzia. Dal canto mio vi dico che l’ho servita in trancetti insieme all’aperitivo, ma l’ho anche tagliata a fette e mangiata a pranzo al lavoro e che è perfetta per riciclare quel pacco di pancarrè aperto e prossimo alla scadenza che giace abbandonato in dispensa, o quella padellata di verdure avanzate che nessuno vuole ;)

Terrina di pane e verdure



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