Cantucci salati alle arachidi di Luca Montersino



Vi posto al volo questi sfiziosi cantucci salati perché non solo sono perfetti da servire come aperitivo in questi giorni di festa, ma anche da impacchettare come regalino goloso per chi non ama i dolci! La ricetta è di Luca Montersino e devo proprio ammettere che anche questa volta sono proprio soddisfatta di questa sua ricetta salata: più semplice delle sue ricette dolci, ma altrettanto ricca di gusto! 



I cantuccini alle arachidi accompagnano perfettamente salumi, sfizi salati e i brindisi delle feste, ma il loro gusto a metà strada tra il dolce e il salato si sposa bene persino con la crema al cioccolato! La malsana idea è venuta a mia madre e, se apprezzate il contrasto dolce/salato, vi consiglio di provarla perché è piuttosto intrigante ;) Insomma, vi consiglio proprio di provare i cantucci salati durante i giorni di festa, per accompagnare un brindisi o spiluccare tra una tombolata e una partita a carte: non vi deluderanno!


Cantuccini salati alle arachidi

Biscotti al doppio cioccolato, ma senza tutto il resto :P


Vi avevo detto che avevo in serbo un carico di dolci, no? Partiamo con dei biscotti al cioccolato golosissimi, ma quasi magici: senza farina, tuorli, latte, burro o lievito! Si usano gli albumi, quindi potete prepararli quando vi avanzano da altre preparazioni e non vi va di congelarli o di perdere tempo a fare i biscotti viennesi perché sono anche velocissimi da fare: l'impasto non deve riposare e bisogna solo fare attenzione a non farli cuocere troppo. Insomma, non sono una vera furbata? E a chi vi fa pensare una ricetta furba, ma buonissima? A lei, la mitica Stefania Arabafelice :) non c’è bisogno di presentarvela, perché di certo conoscete le sue ricette di sicura riuscita, questi biscotti sono solo uno degli esempi di ricette che le ho rubato :) il suo nome è già comparso altre volte su questo blog, ma nella mia cucina molto più spesso! 
arabafeliceincucina.blogspot.jp/2013/11/e-quattro-il-nuovo-giveaway-di.html
Questi biscottini sono il mio modo di partecipare al suo giveaway e fare gli auguri a lei e al suo blog per questi quattro anni di ricette affidabili e sorprendenti e post divertenti, ma che fanno riflettere. Grazie Stefania, continua a regalarci ricette e sorrisi!
Questi biscotti, però, per puro caso, compaiono sul blog in un giorno speciale: oggi è il compleanno delle mie sorelline, auguri bimbe mie :*

Biscotti al doppio cioccolato senza farina 
(da Everyday Food di Martha Stewart)


La tradizione diventa moderna


Quando ho pensato di preparare un dolce con la semola per Mangiare Matera il mio pensiero è andato subito ai dolci della tradizione partenopea: prima mi sono venute in mente le sfogliatelle, che a loro volta mi hanno ricordato il profumo della pastiera (che però non ha la semola), che mi ha portato al migliaccio. Il migliaccio è un dolce morbido, basso e profumato di agrumi, preparato con quello che in genere chiamiamo semolino (che altro non è che semola non rimacinata) arricchito da una pioggia di canditi, che si prepara nel periodo di carnevale, ne esistono mille versioni, anche salate. Nei miei ricordi, però, è dolce dal profumo di antico e mi pareva perfettamente nello spirito genuino di Mangiare Matera
Mi sembrava che mancasse ancora qualcosa, così, visto che spesso a carnevale lo si associa al sanguinaccio (una crema al cioccolato scura e profumata), ho deciso di accompagnarlo con qualcosa al cioccolato… Volevo qualcosa di leggero che creasse un gioco con la morbida compattezza del migliaccio, una mousse? No, qualcosa di più cremoso: una namelaka dalla consistenza è leggera e vellutata, che si scioglie in bocca, e profuma di arancia, per richiamare il profumo del migliaccio. Per completare, la nota croccante di uno streusel di semola rimacinata profumato alla cannella, la spezia che caratterizza il migliaccio. E poi un gioco nel piatto, con qualche spicchio di clementina appena raccolta dall'albero, le scorze di arancia candite e la marmellata di arance amare. Mangiare Matera mi ha permesso di divertirmi, di giocare, di dare vita a un dessert ricco di colori e consistenze, in cui ogni componente è perfetta servita da sola, ma l’insieme è qualcosa in più, con gli agrumi in tutte le loro forme che rendono ogni morso diverso dal precedente.

La semola sulle sponde del Mediterraneo: i ghoriba, biscotti marocchini


 
Quello che mi affascina quando vado in giro e scopro piatti stranieri, è vedere come gli stessi ingredienti diano vita a prodotti diversi, ma a loro modo simili, ma anche come prodotti diversi diano vita a sapori che si somigliano. Mi è successo con questi biscottini di semola, assaggiati in un ristorante marocchino a Parigi. Mi hanno ricordato le paste di mandorle, così quando sono tornata a casa e mi sono trovata tra le mani la preziosa semola Senatore Cappelli, ho pensato di farle fare un giro per il Mediterraneo: è partita da Matera, ha attraversato il mare per questi biscottini marocchini ed infine è tornata indietro per profumarsi di limone e tuffarsi nella cannella e nel Marsala. Se il pane di ieri rappresentava la semplicità, oggi voglio parlare di condivisione, di prodotti che uniscono e mescolano le tradizioni, che ci portano alla scoperta delle nostre radici, ma anche delle altre culture, di storia che passa attraverso la cucina… ecco a voi i miei biscottini del Mediterraneo, proposta dolce per MangiareMatera :) 
http://mangiarematera.wordpress.com/
Ghoriba

Il colore del grano: pane di semola senza impasto



Ovvero, il pane for dummies, minimo sforzo-massimo rendimento!
Sì, lo so, questo pane non ha nulla a che vedere con quello di Matera che ci è arrivato grazie al contest di Mangiare Matera e che vi consiglio di ordinare ed assaggiare almeno una volta nella vita perché è un pane buono, che profuma di grano e di sole, morbido e che anche dopo diversi giorni scaldato restituisce il meglio di sé. 
http://mangiarematera.wordpress.com/
Il mio è un pane facilissimo: non richiede planetaria, attrezzi strani o grande manualità, servono una ciotola, una pentola col coperchio, e un canovaccio. Non ci sono ingredienti strani, non dovrete girare per la città alla ricerca del malto o di nonsochealtro, no, solo farina, acqua, una puntina di lievito di birra e un pizzico di sale, ingredienti poveri e semplici, ma che devono essere ottimi. See lo provate, usate una semola eccezionale, provate la Senatore Cappelli e vi stupirà, vi regalerà pagnotta colorata e profumata, morbida, così buona che vi stupirete di averla preparata senza il minimo impegno.
Per Mangiare Matera sono arrivate proposte di lievitati bellissimi e “seri”, perché io mi presento con questa proposta “sciocca”? Perché è la dimostrazione che anche chi non ha tempo, gira mezzo mondo e tra una tappa e l’altra non riesce a far nulla, può prepararsi il pane in casa e portare in tavola una pagnotta buonissima e soffice. È un pane che nella sua semplicità regala una soddisfazione enorme, è adatto a chi non ha tempo e attrezzi e per questo ho voluto presentarlo per il contest, perché dimostra che la panificazione non deve essere solo una scienza per pochi, ma può diventare per tutti, perché usando buone farine è impossibile non ottenere un pane che sappia di buono… insomma, sperando che i fornai di Matera, non lo prendano come un’offesa, ecco il mio supersemplice, ma buonissimo, pane di semola :)

Pane di semola senza impasto cotto in pentola

Terrina di pane e verdure di Luca Montersino

 

Ehm, ehm, latito, lo so, vorrei raccontarvi dei miei ultimi viaggi, dalle meraviglie della Basilicata a quelle di Parigi :) ma ancora non sono riuscita a riguardare le foto, così ho pensato di lasciarvi almeno una ricetta da tenere a portata di mano per buffet e aperitivi! Ormai le feste incombono ed è comodo avere ricette che possono essere preparate in anticipo e servite fredde o solo scaldate prima di portarle in tavola. La terrina che vi presento oggi è opera di Luca Montersino, dal suo libro Piccola Pasticceria Salata, e già questa è una garanzia. Dal canto mio vi dico che l’ho servita in trancetti insieme all’aperitivo, ma l’ho anche tagliata a fette e mangiata a pranzo al lavoro e che è perfetta per riciclare quel pacco di pancarrè aperto e prossimo alla scadenza che giace abbandonato in dispensa, o quella padellata di verdure avanzate che nessuno vuole ;)

Terrina di pane e verdure



Buono come il... pancarrè con la tecnica Tang Zhong


Vi scrivo dritta dritta da Parigi, ma invece di raccontarvi della bontà della pasticceria francese e di tutti i dolci che sto mangiando, vi parlo di un metodo orientale per rendere il pane sofficissimo e morbido a lungo :P
Il Tang Zhong è un metodo cinese che veniva utilizzato nella preparazione degli spaghetti e della pasta per i ravioli, successivamente questa tecnica è stata adottata anche per la preparazione del pane che risulta così  molto più soffice e scioglievole. In pratica, si mescola una parte di farina con cinque parti d’acqua  e si porta questo impasto a 65°C, creando un “water roux”. A questa temperatura l'amido contenuto nella farina gelatinizza dando luogo a un composto denso e traslucido che, unito agli altri ingredienti, favorisce l'assorbimento di una quantità maggiore di liquidi garantendo un prodotto finale che rimane morbido e fresco più a lungo. Il water roux fa le veci dei emulsionanti (in genere grassi come burro e olio) che di solito si utilizzano per ottenere un'alveolatura piccola e omogenea e una consistenza elastica e durevole per giorni. Ok, avete ragione: basta con la fisica, passiamo alla ricetta!

Pancarrè con la tecnica Tang Zhong

3P: Pane, Provola e Peperoni



Vi ho già detto che per me questa è stata l’estate dei peperoni, prima che spariscano dai banchi dei fruttivendoli, voglio lasciarvi un’idea per un abbinamento che ci riporti all’estate grazie ai colori dei peperoni e che chiudendo gli occhi ci faccia sentire in vacanza. È una non ricetta, lo so, ma vi darà un sacco di soddisfazione :P

Tartine 3P: Pane, Provola e Peperoni

Cioccolato e mandorle per festeggiare: la torta caprese!



Festeggiamo insieme, vi va? Festeggiamo l’autunno, con le giornate che si accorciano ma i cieli più belli e limpidi dell’anno. Festeggiamo con una coccola, che lascia le mani profumate di burro e cioccolato. Festeggiamo con le mandorle, che ci parlano di autunno e di dolci ricchi, che ci avvolgono come un abbraccio nelle sere in cui l’aria è più fresca.

Festeggiate con me le piccole grandi soddisfazioni che mi sta dando questo spazio virtuale, che mi state dando voi. Venite qui, prendete una fetta di Caprese, è il mio modo di ringraziarvi. Il primo grazie va a Raffaele de Il cotto e il crudo, perché il suo contest in collaborazione con La Fiammante è stato per me un divertimento e un piacere e sono ancora più contenta perché sono “sul podio” insieme a due meravigliose ragazze campane: Enrica e Valentina. Se non le conoscete correte a fare un giro sui loro blog, io mi incanto e trovo mille idee ogni volta che li visito. Il secondo grazie lo devo agli organizzatori di IO Chef, sono ancora stupita, ma 45 cuochi hanno ripreparato i 97 piatti partecipanti al contest e il mio è tra i primi 12! All’emozione della scoperta di tanti prodotti che non conoscevo si unisce così quella di sapere che il mio piatto è stato apprezzato da dei professionisti della cucina. Ma il grazie più grande è per voi, perché passate qui a leggermi, mi date consigli e mi incoraggiate, provate le mie ricette e mi scrivete per darmi un riscontro, grazie a Gigliola, a Patty e a tutti quelli che mi danno tanta fiducia da provare una mia ricetta.

Festeggiamo con un dolce semplicissimo da preparare e che non richiede nessun attrezzo per prepararlo, ma che mette sempre d’accordo tutti, di quelli che “al diavolo la dieta oggi merito un premio”. La caprese, come piace a me, è un dolce umido, che si scioglie in bocca, con qualche pezzetto di mandorla più grossolano che interrompe la scioglievolezza e lo rende ancora più interessante. È perfetto per una merenda energetica, a fine pasto con una pallina di gelato o un ciuffo di panna non zuccherata, ma anche così com’è, magari a colazione per partire alla grande. Usate un buon cioccolato fondente, è il segreto per ottenere un dolce buonissimo e per nulla stucchevole. Credo di aver preparato per la prima volta questo dolce alle elementari, in qualità di aiutante di mamma :) da allora l’ho fatto e rifatto decine di volte, provando tantissime ricette, ma è da più di un anno che sono ferma su quella che vi propongo oggi: senza farina, lievito o aromi, solo cioccolato e mandorle e guai a chi conta le calorie! La caprese è un dolce di pancia e di cuore, di soddisfazione, provatela e mi darete ragione…

Torta Caprese

La mia insalata di quinoa per Io non mangio da solo

Riemergo da questo autunno lavorativo di fuoco (sono stata a Como, sono in partenza per Siena e poi sarò a Parigi per due settimane intensissime con i miei colleghi messicani, coreani, tedeschi e francesi) per riproporvi una ricetta vecchia, se non vorrete più leggermi avrete ragione :P ma è per una buona causa :)
La campagna Io non mangio da solo è un’insieme di progetti della ONG ProgettoMondo Mlal volti ad assicurare un'alimentazione adeguata al neonato e alla sua mamma, promuovere la distribuzione di almeno un pasto al giorno nelle scuole per centinaia di comunita di America Latina a Africa, sostenere programmi di sicurezza alimentare, di accesso all’acqua potabile e di gestione delle risorse naturali.
L’idea è quella di raccogliere ricette con uno
di questi 12 cereali -alcuni veri e propri e altri cosiddetti “pseudo-cereali”-, in forma di chicco, fiocchi o farina:
1. Mais
2. Frumento
3. Riso
4. Orzo
5. Farro
6. Quinoa
7. Amaranto
8. Grano saraceno
9. Segale
10. Avena
11. Kamut®
12. Miglio
e di creare un calendario e un'agenda per il 2014 con le migliori foto e ricette arrivate, la cui vendita andrà interamente a finanziare i programmi della campagna Io non mangio da solo, per maggiori dettagli potete andare a leggere da Virginia de Lo spelucchino.

Ho deciso di (ri)proporre una ricetta con la quinoa perché questo pseudocereale viene dal Sud America, una delle regioni in cui questa opera ProgettoMondo Mlal. Per il suo buon apporto proteico la quinoa costituisce l'alimento base per le popolazioni andine. Gli Inca chiamano la quinoa «chisiya mama» che in quechua vuol dire «madre di tutti i semi». Questi simpatici semini sono usati come cereali, ma appartengono alla stessa famiglia di spinaci e barbabietola, per questo sono adatti ai celiaci e, grazie al buon contenuto di proteine, sono molto utilizzate anche da vegetariani e vegani. Infine, sono una vera miniera di vitamine e minerali e quindi ottimi per tutti :) A me sono piaciuti molto: provateli!
Insalata di quinoa con verdure al forno e crema di piselli

Tempo di bilanci, tra cucina gourmet, pizza e polpette


Sono di quelle persone che non amano il proprio compleanno, perché si tende inevitabilmente a fare bilanci e non sempre sono positivi. Eppure quest’anno mi sento (pro)positiva, fiduciosa, perché nell’ultimo anno ho imparato tanto, ho iniziato a scegliere con sempre maggiore consapevolezza e ne sono felice. Questo discorso è legato al blog e alle esperienze che mi ha portato a fare. Negli ultimi mesi ho conosciuto produttori e consorzi di tutela, ho iniziato a cercare la qualità con sempre maggiore attenzione, ho assaggiato, provato, acquistato prodotti nuovi alla ricerca di buono e giusto. Ho già detto varie volte che sono “viziata”, abituata al sapore e al profumo della frutta e delle verdure che coltiva il mio papà, per me la conserva di pomodori è quella che prepariamo noi ogni anno di mattina presto in una calda giornata di agosto e le marmellate sono tutte fatte in casa con la nostra frutta. Per questo, quando faccio la spesa sono esigente e, se decido di mangiare fuori, non riesco a desiderare nulla che sia meno di quello a cui sono abituata.

Da Ischia alla Basilicata con IO Chef



...”Alice! Alice!
'St'uocchie tuoje so' ddoje curnice
si saglio 'ncoppa mammeta che me dice?”…

Quando sono entrata in pescheria per fare la spesa per "IO Chef", il contest che ha per tema i prodotti lucani e la pesca sostenibile organizzato dall’Unione Regionale Cuochi Lucani, c’era un simpatico vecchietto che recitava questi versi al pescivendolo. Il pescivendolo naturalmente gli ha risposto a tono: “Saglie... saglie... ca sì 'o padrone d''a casa!”, perché a Ischia e i versi più famosi della ‘ndrezzata, una danza tipica di una frazione del mio comune, sono nel DNA di tutti!  
Non avevo ancora deciso cosa preparare, troppi piatti mi frullavano per la testa, ma i versi della ‘ndrezzata non mi hanno lasciato scelta: dovevo prendere le alici! Perché sono il più povero dei pesci, perché le adoro in ogni forma, perché lo spaghetto con alici e friggitelli è stato il mio piatto dell’estate 2013, perché quelle del mare ischitano sono buonissime e mi ammiccavano dal banco del pescivendolo mentre lui finiva di declamare la ‘ndrezzata :) Dunque alici, quindi spaghetto, e poi? Un po’ di seppie per avere due consistenze diverse. Come usare i magnifici prodotti della Lucania? Ma certo: la mullica croccante, perché al Sud si è sempre usato il formaggio dei poveri, quindi pane di Matera impreziosito dal sapore dei peperoni secchi di Senise. E poi come resistere al fascino delle melanzane di Rotonda? Al loro gusto piccante e deciso di melanzana vera! Mi sono ricordata del baba ganoush, ma volevo una nota del sud, che accentuasse la piccantezza di queste melanzane speciali, così ho unito il profumo fruttato  e la nota di chiusura piccante dell’olio extravergine di oliva Majatica, un tocco di affumicato dato dalla lunga cottura sulla griglia e dal sale nero delle Hawaii e un profumo d’aglio. Ma poi, andando da Ischia a Metaponto, potevo non passare da un caseificio? Non ho resistito e così, per legare tutto, ho usato una salsa di mozzarella di bufala, vista da Nadia nella versione con la burrata, a sua volta ispirata alla salsa alla provola della famosa Pasta e Patate di Nino di Costanzo, insomma, ischitani in tutte le salse :) ... è tutto? No, una punta di dolcezza del pomodoro secco di Cettaicàle per chiudere questo tour di sapori.

Volevo un piatto dove ci fossero croccantezza e cremosità, volevo far incontrare piccante e sapido, dolce e amaro, volevo un piatto di mare e di terra, con salite e discese, come la mia isola, come la Basilicata, un territorio piccolo, ma che si affaccia su due mari, racchiude un entroterra ricco di prodotti meravigliosi e  soprattutto si è fatto custode di biodiversità e unicità. Il mio piatto saprà raccontare tutto questo? Non lo so e a vedere le meraviglie presentate per questo contest, un po' mi vergogno della semplicità della mia proposta, però a noi è piaciuto :) 
Forse non è il migliore di quelli che avevo in mente, ma è quello che più mi rappresenta e mi permette di rendere omaggio ai prodotti della Lucania passando per la cultura gastronomica della mia isola...

Da Ischia alla Basilicata (coast to coast)


Sapori d’estate: peperoni arrostiti




Il rosso e il giallo sono i colori dell’estate. I peperoni sono agosto: le passeggiate in spiaggia sotto la luna, le cene all’aperto, le grigliate in terrazza col loro profumo che riempie l’aria. Questa per me è stata l’estate dei peperoni, non li ho mai digeriti, ma quest’anno qualcosa è cambiato e ne ho fatto vere scorpacciate per recuperare tutti quelli che mi ero persi. Questa non è una ricetta, ma il procedimento base, devo segnarlo da qualche parte o l’anno prossimo non ricorderò come li preparavo! La versione basic li vuole semplicemente arrostiti, spellati e conditi in modo semplice e mediterraneo con olio e origano. Perfetti come contorno, ma anche per aggiungere colore e sapore alle insalate di riso estivo, so già che ne sentirò la mancanza fino alla prossima estate :) 


New York Cheesecake


Non sono sparita, sono a casa e mi sono data ai dolci dalle lunghe preparazioni, spero di farveli vedere presto, ma tra i pasticci in cucina e qualche ora al mare, non riesco a trovare il tempo da dedicare al blog! Passo sempre da voi, ma non riesco a commentare, vorrei giornate di quarantotto ore! Tra un tuffo e una meringa italiana, vi lascio la ricetta della New York Cheesecake un po’ italianizzata dall’uso della ricotta e in versione estiva grazie alle pesche! Se non vi va di accendere il forno provatela con i primi freschi e la frutta autunnale, è soffice ed ha una consistenza setosa e cremosa che mi ha conquistato! Non omettete il topping di panna acida perché dà davvero una marcia in più!

New York Cheesecake


Pane di segale & melanzane



Prosegue il filone estivo, che significa cibi stuzzicanti, preparazioni poco impegnative e sapori nuovi. Oggi vi presento una variante dell’hummus, il baba ganoush, con le melanzane al posto dei ceci, più leggero, ma altrettanto buono. Stavolta però, vi propongo anche un abbinamento insolito per questa crema mediorientale: il pane di segale, che per me vuole dire Germania! Tutto è nato dalla voglia di provare i pani che la Pema mi ha spedito come prova assaggio in versioni insolite e diverse, questi finger food sono semplici, ma una vera scoperta, il tocco di tahine nel baba ganoush lega alla perfezione il profumo aromatico del pane di segale col sapore delle melanzane e sono piaciuti persino a mia nonna, che non è certo una paladina delle sperimentazioni :P


Baba ganoush


Tradizione, crescita e percorsi di vita che si incrociano a Ischia



Gli chef Pasquale Palamaro e Nino Di Costanzo
Conoscevo di fama Pasquale Palamaro, lo chef dell’Indaco, ristorante stellato ischitano, da un paio d’anni. Me ne avevano sempre parlato come di un ragazzo gentile, disponibile, alla mano. Dalle foto vedevo un bell’uomo dal viso schietto e diretto. Avevo letto diverse interviste, ero rimasta colpita dal suo forte legame con l’isola, con la tradizione, dal suo modo di proporre una cucina nuova, ma senza dimenticare il coniglio o le verdure che caratterizzano la cucina ischitana. Più di tutto, dalle interviste emergeva la sua voglia di studiare, di lavorare, di non sentirsi arrivato. Un atteggiamento che, in tutt’altro campo, sento pienamente mio.

Le sfogliatelle frolle, dolce tipico napoletano


Oggi parliamo di Napoli, perché le sfogliatelle sono dolce che assieme al babà è il simbolo della città. Certo, c’è anche la Pastiera, ma è legata alla Pasqua, mentre sfogliatelle e babà sono immancabili sulle tavole domenicali. Posso preparare la torta più buona o scenografica del mondo, ma se mancano le sfogliatelle mia nonna mi fa “e non avete preso nemmeno i dolci?”… Il babà di pasticceria non è particolarmente amato in casa mia, forse perché mio zio ne fa uno divino, mentre le sfogliatelle in genere vengono dalla pasticceria. Da un paio d’anni, però, sono diventata molto attenta ed esigente e non riesco a ritrovare a Ischia quello che è per me il sapore vero della sfogliatella, il profumo del ripieno, la friabilità della frolla… Così invece di inseguire il sapore che ricordavo mettendo alla prova tutte le pasticcerie dell’isola, ho deciso di provare a farle in casa. Ho dovuto rinunciare alle ricce, ché  a detta di uno dei pasticceri più famosi di Napoli (Mario Scaturchio) mettersi a farle a casa è da matti, ma ho iniziato una vera e propria ricerca sulle frolle consultando tutti i libri di cucina napoletana che ho, le ricette online e tutti i pasticceri che mi sono capitati a tiro! Il risultato dei miei tentativi e perfezionamenti è questo: una frolla friabile fatta con lo strutto (la tradizione non ammette deroghe) con un ripieno di ricotta e semolino profumato da arancia e cannella.
Inseguivo un ricordo, un profumo, non so se il vostro ricordo è lo stesso, ma per me questa versione casalinga è diventata la mia preferita, la tradisco solo a Napoli e in pochissime pasticcerie. Farle in casa però ha un altro vantaggio: tutto si riempie di un profumo delizioso e vale la pena accendere il forno nonostante il caldo!
Sfogliatelle frolle


Di gnocchi, zucchine e tradizioni


A casa mia il pranzo della domenica è sacro, viene la nonna e guai a mancare! La nonna in questione ha 86 anni, un carattere di ferro e vive da sola curando la casa,  il giardino, l’orto, i gatti e rivendicando la sua indipendenza. Insomma, mia nonna è una tipina tosta e con un bel caratterino, la prendiamo spesso in giro perché ha sempre da ridire su tutto, d’altra parte nessuno di noi si sognerebbe mai di rimproverare sul serio una donna con una tale tempra. Ogni domenica ne approfittiamo per coccolarla un po’ anche a tavola e, visto che è magra e mangia pochissimo, cerchiamo di cucinarle cose sfiziose e saporite. il suo punto debole sono le frittelle con i fiori di zucchine e la cassata siciliana, ma in questo periodo è in fissa con gli gnocchi, tanto da non lasciarmi il tempo di prepararli in casa perché ne compra quantità industriali al supermercato! Così, dopo aver preparato i classici alla sorrentina e alla bava, per smaltirli abbiamo deciso di provare un condimento diverso, usando le zucchine e il basilico che ci regala l’orto.

Gnocchi con “pesto” di zucchine e mozzarella di bufala

Crema di fagioli e zucchine al basilico

Crema di fagioli cannellini al basilico

In questo periodo vivo in un mondo parallelo, dodici ore e passa al giorno in laboratorio con messicanitedeschi&co., ma poi alle nove di sera, uscendo dall’università, trovo l’aria ancora tiepida e il cielo striato di rosso e mi accorgo che è estate. Questo weekend è arrivato quando ormai era una necessità più che un desiderio! Mi preparo a godermi un po’ di relax e vi lascio con la non-ricetta di un piatto veloce e "di riciclo" nato perché avevo un barattolo di cannellini lessati da me in congelatore, un piatto di zucchine spadellate avanzate e bisogno di coccole. Ho mescolato, frullato, aggiunto la nota croccante delle nocciole, il profumo del basilico e un pizzico di pepe, non ci sono dosi: sono i vostri gusti a decidere! Buonissima sia da sola, sia con l’aggiunta di una bella spolverata di parmigiano per condire la pasta, questa crema è estiva e rinfrescante grazie al basilico. Provatela se siete stufi delle insalate, ma volete mangiare i legumi anche in estate!
Crema di cannellini e zucchine al basilico

La mozzarella di bufala campana

La mozzarella di bufala campana
Avete mai assaggiato la Mozzarella di Bufala Campana? Intendo quella DOP, quella vera, succosa e buonissima, non quella finta che troppo spesso si vede in giro. Io sono campana, la mangio da sempre, ma negli ultimi mesi me ne sono innamorata ancora di più. Galeotta è stata la partecipazione a Le Strade della Mozzarella :) Prima c’è stato il contest, il tema era Pasta, Bufala e Fantasia e ho mangiato spesso mozzarella alla ricerca di abbinamenti nuovi, ma riusciti quanto la classica caprese. Ho ritrovato l’amore della mozzarella di bufala per l’affumicato, ho scoperto quello per limone e alici
 
Vitello di bufala

L’illuminazione vera, però, mi è arrivata alla manifestazione, a Paestum, tra templi e caseifici. Ho partecipato a una degustazione guidata dai maestri ONAF che mi ha permesso di imparare a cercare nella mozzarella profumi, sapori e consistenze. Ho così imparato che se volete scoprire quanto è fresca la vostra mozzarella dovete accarezzarla: se la pelle è tesa, oppone resistenza alle dita e non fa grinze, la mozzarella è di giornata, all’aumentare della maturazione la pelle si stacca con maggiore facilità.

C'è bisogno di magia

 


La magia delle mani piccole piccole di un bimbo e quella del sorriso timido di una ragazza.  Magie piccole e semplici, quotidiane. Come incrociare uno sguardo e dirsi tutto senza una sola parola, come un abbraccio in cui perdersi e ritrovarsi, come un odore che ci fa viaggiare nei ricordi. Non serve un mago, basta  guardare un cielo stellato, la luna che si specchia nel mare per ritrovare un pizzico di serenità. E se proprio tutto va male e non trovate magie nelle vostre giornate, rifugiatevi in questa torta: un unico impasto da cui uscirà un dolce a tre strati, non è forse magia?

Magic cake


Amiche e muffin


Se una persona ha un treno che la aspetta alle dieci, ma si alza prima delle otto per farvi svegliare con la casa invasa dal profumo dei muffin  con le gocce di cioccolato, come fate a ringraziarla? A questo pensavo mentre mangiavo un muffin appena sfornato e la mia giornata prendeva una piega decisamente migliore, così appena lei è uscita, le ho rubato la ricetta e ho fatto qualche foto per avere una scusa per parlarvi di lei :)
Roberta è per me più di un'amica, ci siamo conosciute il primo giorno di università e viviamo insieme da più di cinque anni. Non sono un tipo facile, ma lei capisce quando farmi parlare e quando è meglio lasciarmi persa nei miei pensieri. Roberta è dolce e sensibile e, come tutte le persone troppo sensibili, si rimprovera troppo. Robi, devi solo avere più fiducia in te, gli altri sanno già quanto sei speciale!
Ecco a voi i muffin che Roberta mi ha preparato sabato mattina, sono l'ideale se volete rendere più dolce il risveglio di qualcuno a cui volete bene perché in meno di un'ora avrete la casa profumata e un soffice dolcetto in tavola!

Muffin con gocce di cioccolato di Roberta

Piatti colorati contro la malinconia: insalata di quinoa!


A giugno Ischia indossa il suo vestito più bello: giornate lunghe che iniziano col sole che sorge dietro al Vesuvio e finiscono in tramonti sul mare che invitano gli innamorati ad abbracciarsi. Di mattina l’aria è tersa e l’acqua limpida invita a tuffarsi anche se è fredda. Di sera l’aria è fresca e si può camminare in riva al mare sentendo solo il rumore delle onde. Ci sono poche persone e il verde delle pinete sembra brillare solo per me, il mare e il cielo si fondono all’orizzonte in un abbraccio azzurro. Di venerdì torno all’ora del tramonto, vedo il sole tuffarsi in acqua mentre il traghetto si avvicina alla mia isola, il lunedì mattina la vedo allontanarsi nell’aria azzurrina e mentre la sua sagoma si fa meno nitida sento che già mi manca.
Mi consolo con piatti colorati, freschi e leggeri, preparati con i frutti dell’orto del mio papà! In questo caso ho usato le zucchine, i piselli, i pomodorini e le erbe aromatiche che mi ha mandato tramite il mio fidanzato, per un piatto “esotico” ma che profumava di casa!

Insalata di quinoa con verdure al forno e crema di piselli

La cassata siciliana al forno

La cassata siciliana al forno

Oggi vi coccolo con la ricetta di uno di quei dolci che vanno assolutamente provati una volta nella vita: la cassata siciliana al forno!
Io adoro il suo guscio frolla che racchiude un ripieno cremosissimo di ricotta di pecora e reso ancora più goloso dal cioccolato e, da sempre, la preferisco a quella classica. 
Da anni preparo la cassata al forno secondo la ricetta che un cuoco siciliano ha regalato a papà in uno dei suoi viaggi. La ricetta originale ha subito diverse modifiche grazie a ricette lette in rete e assaggi di altre cassate, ma ormai a Pasqua e a Natale non manca mai sulla nostra tavola!
Fondamentale è l'uso di un'ottima ricotta di pecora, è questa la vera garanzia per un dolce che ha così pochi ingredienti.

Cassata siciliana al forno
La cassata siciliana al forno

Le Strade della Mozzarella 2013

La mozzarella di bufala campana DOP

Il giardino de Le Trabe

È passato quasi un mese e mi sono detta che, prima che dell’inizio de Le Strade della Mozzarella 2014, dovevo raccontarvi qualcosa della mia esperienza del 2013!

Il problema è che non so da dove iniziare, per me sono stati tre giorni ricchi di emozioni e scoperte. Era la prima manifestazione di questo tipo a cui partecipavo, la prima volta che assaggiavo piatti di chef stellati, la prima volta che mi trovavo faccia a faccia con così tanti piccoli produttori di eccellenze gastronomiche italiane. Lascerò parlare alcune delle immagini che ho raccolto in quei giorni, dividendo il racconto per non fare un post chilometrico.  





Prima di iniziare, però, devo un ringraziamento speciale a Barbara Guerra e Albert Sapere, gli organizzatori di questa splendida kermesse. Per avermi dato la possibilità di partecipare e di aprire la mia mente a nuovi piatti e nuovi mondi, di emozionarmi scoprendo nuovi usi di materie prime che conosco bene, ma anche vedendo la mia terra e i suoi prodotti finalmente valorizzati e al centro dell’attenzione positiva di tutta l'Italia. 

La pasta (Leonessa) e patate

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